La Salute

 

Ho voluto dedicare una pagina esclusivamente al discorso "salute" perchè con i ratti è importante, fondamentale, affrontare questo discorso.

 

Negli anni, in Rattaio abbiamo affrontato problemi dai più comuni ai più disparati, dei più gravi ho parlato pubblicamente senza farne mistero e anzi, cercando il confronto per poterli conoscere e risolvere, quando possibile.

 

 

Tirando una linea e facendo un rapido calcolo, sempre con un occhio sulle realtà differenti dalle nostre.. esterne al Rattaio, posso ben vedere cosa si è verificato con più frequenza e cosa invece ha rappresentato un'eccezione.. e trovo utile parlarne e approfondire anche questo aspetto del mio allevare (sebbene già nel sito per ogni riproduttore e per ogni cucciolata ho riportato i problemi di salute conosciuti e riscontrati, ma voglio fare qualcosa di più). 

 

Problemi più comuni

 

al primo posto metterei il solito:

infezioni respiratorie e tumori mammari

 

nella misura di:

maschi

incidenza maggiore di problemi respiratori con l'avanzare dell'età e della sedentarietà

femmine

incidenza maggiore di tumori mammari superato l'anno e mezzo e avvicinandosi ai due anni di età, o superiore                 

       

Negli anni ho avuto linee più e meno predisposte ai problemi respiratori, la resistenza all'infezione batterica è una qualità che ho cercato di incentivare e fissare quanto più possibile.

Tuttavia, anche nelle linee più forti, l'aumentare della sedentarietà, del peso e dell'età ha spesso visto cronicizzare problemi respiratori nei maschi (per ovvie ragioni).

 

Nei maschi l'incidenza di tumori è alquanto bassa, per non dire improbabile.

 

Nelle femmine, invece, meno predisposte all'infezione respiratoria, l'incidenza di tumore mammario rimane un problema.

 

Essendo un tumore tardivo, comune e facile da sviluppare, è un qualcosa difficile da arginare.

Ciò in cui mi adopero è valutare e verificare l'incidenza in una linea e cercare di dirigere tale linea in una direzione più sicura.. o interromperla definitivamente.

Di due anni alla volta.. ed è ciò che rende questo tipo di tumore così difficile da estirpare..

       

Problemi su vasta scala

Il Rattaio è dove i miei ratti vivono.

Avere tanti ratti che vivono assieme, in colonie numerose, è stupendo.

Tuttavia, tanti ratti in una stanza possono diventare un bel problema, specie se entra un agente patogeno esterno che inizia a far danni.

 

Quando un ratto o un gruppo di ratti si ammala, è facile che anche gli altri vengano coinvolti e si ammalino a loro volta.

Non parlo di semplici raffreddori o malanni individuali o legati all'anzianità, parlo di infezioni batteriche altamente contagiose e spesso portate da soggetti provenienti dall'esterno.

 

 

Al momento il Rattaio annovera tre epidemie di infezione respiratoria 

(mi si perdoni il tono epico, ma sono state tutte e tre lotte estreme da cui siamo usciti, chi più chi meno, davvero malconci).

       

La prima epidemia è iniziata nell'ottobre 2011

 

Portai in Rattaio, presi al VR, due porcellini d'India.. Agenore e Nestore, apparentemente sani.

Tali non erano ed io ingenuamente sottovalutai la trasmissione interspecifica. :(

 

       

I porcellini risultarono essere malati (e successivamente portatori sani) di Pseudomonas aeruginosa:

 

i ratti con età superiore all'anno e mezzo vennero duramente colpiti e chi nell'immediato, chi nei mesi successivi, non superarono l'infezione.

Infezione che si presentava sia con problemi respiratori "classici" (rumoreggiamento respiratorio, starnuti, rantolo) sia con problemi inizialmente silenti e poi gravissimi (fortissima dispnea e dimagrimento dati da polmonite).

Altri sintomi erano diarrea e perdite ematiche dai genitali, per alcuni.

 

Per la variabilità dei sintomi, per l'età, linea, origine, il numero dei soggetti colpiti ed il lasso di tempo che è trascorso dal boom iniziale all'avere un quadro d'insieme più completo.. ci volle tempo per capire cosa fosse successo, attivarsi nel cercarne la causa ed infine avere le risposte. 

Per contro, la terapia d'attacco fu immediata e totalitaria, per giunta quella più adatta.. confermata dall'antibiogramma arrivato ormai a cose fatte..

 

Quella è stata la prima grande sconfitta, aver perso i miei primi ratti, i ratti con cui tutto era cominciato, coloro che avevo considerato la mia famiglia fin dal principio.. persi nonostante aver sputato sangue per curarli.

Non sono cose che si superano.. si sapeva ancora troppo poco di ratti allora, sicuramente io ne sapevo ancora troppo poco, presa alla sprovvista.. come un macigno che precipita sulla testa, e poi la conferma di aver fatto tutto bene.. e comunque non salvarli.

Di essersi impegnati per perderli ugualmente.

 

In un momento in cui i problemi di salute nell'ambiente rattaro venivano ben taciuti, venivano venduti rattini con ulcere da baytril, con terapie da continuare a casa, con virus in corso in allevamento e tutto taciuto sennò non si vende..

io avevo deciso di cedere alcuni dei rattini nati a dicembre (con epidemia già rientrata e nati da soggetti assolutamente esentati da problemi di salute, tutti i ratti di un anno o più giovani risultavano sani e senza sintomi).. anche per l'inquietudine che quella situazione mi aveva fatto provare, un qualcosa più grande di me che mi aveva sconfitta e annientata.

 

Bloccai le prenotazioni fino all'arrivo dell'antibiogramma perchè, per coscienza, pur avendo rattini che stavano benone, non avrei mai osato cedere rattini malati, mai nella vita.

Anche se stavano bene e non avevano sintomi, dovevo sapere cosa era successo.. per poterli affidare ad altre persone con la sicurezza che non avrebbero avuto problemi nè loro nè eventuali altri ratti in altre case.

 

Di questa situazione parlai apertamente, scrissi una nota nella pagina Ratto che Passione avvisando tutti di quanto stava capitando e cercai confronto ed esperienze similari con altri allevatori.. che non trovai.

Per contro, diverse persone che avevano preso ratti allo stesso VR si erano poi trovate a dover affrontare sintomatologia simile.

 

La prima epidemia si concludeva definitivamente a marzo 2012, quando fu totalmente evidente e lampante che dove i porcellini sostavano maggiormente accanto alle gabbie dei ratti, in quelle colonie aumentavano i problemi respiratori.

Non mi sfiorò il pensiero che potessero essere rimasti portatori sani del batterio e che potessero continuare a contagiare i ratti pur stando loro benissimo.

Da quel momento i porcellini-untori furono sloggiati dal Rattaio e sistemati in altra stanza, svanirono di conseguenza altri casi di infezione.

 

Tutti i ratti nati nel 2009-2010 risentirono pesantemente di questa epidemia, che ritengo abbia abbreviato le loro aspettative di vita in modo significativo per molti.

I porcellini vissero felici e contenti per molti altri anni.

inizio ottobre 2011
fine

novembre 2011 (del momento critico)

marzo 2012 (definitiva)

sintomi starnuti, rantoli, dispnea, dimagrimento, diarrea, perdite ematiche vaginali
causa  batterio Pseudomonas aeruginosa, importato in Rattaio da porcellini d'India presi al VR
contagio

alto tra i soggetti superiori ad un anno e mezzo

immuni i soggetti di età inferiore ad un anno e mezzo

mortalità

media nei soggetti di età superiore all'anno e mezzo

colpiti soprattutto quelli con forma polmonite                 

 

La seconda epidemia ha avuto luogo nell'ottobre del 2015

 

Ottobre non è un mese a caso.. ad ottobre c'è il VR ma non solo, ad ottobre si passa da un clima caldo e mite ai primi freddi e il sistema immunitario dei ratti può essere più sensibile, specie superata una certa età. 

 

 

Ad ogni modo, in questa seconda epidemia l'untrice è stata sicuramente la BEBA e le sue colleghe Federine. -_- 

Prese dal vascone da pasto in condizioni a dir poco pietose, con un'infezione respiratoria pesantissima.. che, ancora una volta ingenuamente, pensavo di poter risolvere come l'anno precedente con altri rattini presi sempre al VR (sempre da pasto) con tanta pazienza e buona volontà.

Grave errore.

 

Ovviamente quarantenati in altra stanza, terapizzati dal primo giorno arrivati a casa, ben attenta alle norme igieniche e scrupolosamente ossessionata a non veicolare da loro ai miei nulla.

Tutto è niente, non è bastato, tempo 2-3 settimane e mi trovai il Rattaio impestato.

Questa è stata l'epidemia più orribile.

 

Una forma con starnuti, rumori respiratori, rantoli è facile da notare fin dal suo esordio, è anche possibile vedere tempestivamente chi ne presenta i sintomi e quindi curare fin dal primo giorno.

Le polmoniti sono una merda.

Decido di non esprimermi diversamente, sono proprio una merda.

Il ratto stà bene (o apparentemente non presenta sintomi valutabili come "malessere") fino alla comparsa di dispnea, dimagrimento, morte.

Il tutto nel giro di ore.. al massimo giorni.

Quando inizia a stare male, il danno è già ingente, quando si inizia a fare la terapia.. non c'è nemmeno il tempo di lasciar agire l'antibiotico.

Una guerra persa in partenza.

 

Nonostante le accortezze prese e la quarantena scrupolosa, nonostante l'aver attaccato subito di terapia e aver coperto l'intero numero complessivo di ratti terapizzati fin dalla prima comparsa dei sintomi, abbiamo avuto perdite tali da non aver problemi a dire che quanto è successo ha radicalmente cambiato la mia percezione e il mio sentimento nei confronti dei ratti.

Lo dico senza problemi: qualcosa mi si è rotto dentro.

Non si esce indenni dal perdere chi si ama, così rapidamente, così inesorabilmente, impotenti e con l'anima in frantumi.

 

Superato il clou, che ha contato in quelle prime due-tre settimane il maggior numero di perdite, chi è rimasto ha in un qualche modo superato la cosa, rimanendo segnato, affaticato, ma andando avanti ancora e con una qualità di vita più che dignitosa.

 

Anche in questa epidemia sono stati i ratti di età superiore all'anno e mezzo a venire pesantemente colpiti, il momento peggiore perchè si verifica il calo fisiologico delle difese immunitarie.

 

Non so dire il nome del batterio causa di tutto questo, memore dell'esperienza precedente che mi aveva dato risposte a giochi fatti e conclusi, senza per giunta aggiungere nulla a quello che potevo fare di più, in questa epidemia investii in antibiotici e olio di gomito, senza attendere risposte invano.. che sarebbero arrivate comunque troppo tardi.

 

Lo chiamo "il batterio olandese" (olandesi erano gli untori), penso che per la sua alta mortalità avesse influito anche l'essere un batterio esterno all'Italia, un batterio per cui i miei ratti non avevano potuto avere alcuna memoria genetica e risposta immunitaria. 
Questo penso, a torto o a ragione. 

 

La linea maggiormente colpita, di nati dal 2012, si era presentata come particolarmente resistente ai problemi respiratori e particolarmente poco predisposta allo sviluppo di tumori, motivo per cui avevo diretto il mio allevare in tal direzione.

Dal 2012 quando ho tolto i porcellini dal Rattaio, fino agli ultimi mesi del 2015, non c'era più stato motivo di fare terapie antibiotiche a causa di problemi respiratori. 

Nonostante questo.. 

inizio ottobre 2015
fine

novembre 2015

sintomi

dispnea, dimagrimento, letargia

starnuti e rantoli nelle forme più leggere

causa  batterio importato da ratti feeder olandesi presi al VR
contagio

molto alto nei soggetti con età al di sopra di un anno e mezzo

colpiti anche soggetti più giovani ma con sintomi più leggeri (starnuti e rantoli)

mortalità

alta nei soggetti di età superiore all'anno e mezzo 

specie se colpiti da polmonite                 

La terza epidemia ha avuto inizio nel settembre 2017

 

Questa è recente ed è anche stata la più soft, sotto certi aspetti.

I sintomi sono stati di starnuti generali, alcuni soggetti passati a rantolo per breve tempo e alcuni soggetti con Head Tilt da moderato a importante.

 

E' iniziata con un piccolo gruppo di ratti, dapprima isolati e terapizzati in stanza a parte, poi boom in Rattaio e attacco di terapia collettiva.

L'antibiotico utilizzato ha dato pronta risposta e i miglioramenti si sono notati da subito.

 

Non abbiamo registrato perdite nell'immediato, nessun soggetto adulto ha avuto un peggioramento grave, per un paio di settimane hanno starnutito e via via lo starnuto è andato scemando, senza lasciar segni o danni.

 

I soggetti colpiti da Head Tilt, pur avendo avuto un netto miglioramento e una ripresa veloce, non hanno superato le settimane successive, così come i soggetti isolati inizialmente, al principio dell'epidemia.

 

Nonostante queste perdite (che in confronto all'epidemia precedente non sono nemmeno confrontabili) questa infezione respiratoria è stata fastidiosa, non ha mai toccato punte gravi e per tutto il corso della terapia non ho mai temuto di vedermi decimato il Rattaio (penso che le due esperienze precedenti siano state durissime e severissime lezioni, da cui però ho imparato tanto).

 

Naturalmente c'è un però.

 

I cuccioli nati una settimana prima il boom di starnuti scoppiato in Rattaio.

 

Loro sono stati pesantemente pesantemente colpiti, abbiamo avuto perdite e crescita stentata importante, fortunatamente recuperata egregiamente nel corso delle settimane successive.

 

Di questi cuccioli ho bloccato le prenotazioni e deciso di tenerli tutti con me perchè non posso sapere se quanto hanno passato possa influire sulla loro salute nel domani e nel lungo termine.

Alla luce di questa incertezza, ho preferito tenerli e tutelarli il più possibile, evitando loro stress di cambio di ambiente, colonia e gestione.

 

Questa epidemia, a differenza delle altre, non ha colpito solo i ratti con età superiore all'anno e mezzo, ha coinvolto tutti, tutti ma in una forma più leggera, tanto che anche i miei ratti più anziani l'hanno superata senza troppe difficoltà.

inizio settembre 2017
fine

novembre 2017

sintomi starnuti, alcuni rantoli e Head Tilt
causa  infezione batterica 
contagio massimo, dai bebè ai ratti anziani, passando per cuccioli, giovani e adulti
mortalità scarsa, colpiti i ratti che si sono ammalati per primi, chi ha avuto Head Tilt, alcuni bebè tra la prima e la terza settimana di vita             

       

L'occhio bianco

       

Un'altra forma di epidemia "che ritengo tale" è stata una oculopatia che ha colpito diversi soggetti nel 2014.

Una sorta di cataratta che non portava alla totale cecità nel soggetto:

di fatto i ratti colpiti avevano comportamenti e percezioni pari ai ratti esente problema.

Dapprima avevo considerato una natura genetica ereditaria perchè i primi due casi si presentarono nel 2012, poi il fenomeno si ripresentò nel 2014.. ma colpendo soggetti di età differenti e linee e origini differenti,  conviventi, e tutti nello stesso lasso di tempo, ciò mi ha portato a pensare che si trattasse di un problema batterico/virale.

Successivamente a quel boom di occhio bianco, nessun caso registrato da allora, a conferma che se fosse stato ereditario sarebbe saltato fuori inevitabilmente ancora.

 

Con i primi soggetti colpiti ho tentato tutte le terapie possibili ma dal momento in cui compariva l'opacità passavano pochi giorni e l'occhio diventava completamente bianco, non recuperabile.

 

Non parlo di cecità ma piuttosto di ipovedenza, escludendo il colore alterato degli occhi, la loro qualità di vita, le loro interazioni, perfino l'esplorare ambienti nuovi non ha mai rappresentato un problema.

Escludendo il colore degli occhi erano ratti come tutti gli altri.

Vero che il ratto non si affida alla vista come senso principale, da come lo abbiamo vissuto.. mi sento di affermare che l'occhio bianco "pesava" più a me che a loro, tanto da dubitare che per loro potesse esserci una qualche differenza sostanziale.

 

Ho fatto ricerche di ogni sorta.. non ho mai saputo e nemmeno trovato un suggerimento utile a capire la natura del problema.

Come è comparso è sparito.

inizio anno 2012 con due casi
fine

anno 2014

sintomi occhio bianco
causa  infezione batterica/virale
contagio infra-colonia 
mortalità nessuna

Tumori

 

L'incidenza maggiore di tumori in Rattaio resta limitata al tumore mammario, occasionalmente lipomi per i maschi, principalmente tumori esterni.

 

Altri tipi di tumore che abbiamo affrontato sono stati:

- il tumore al mesentere (di cui parlo più sotto)

- il tumore ipofisario (ChokoMoki dei Castorini)

- tumore cerebrale (un caso accertato, Serpico, uno sospetto, LagSeing)

- tumori ad organi interni (occasionale, non frequente)

- tumori di natura batterica (una colonia colpita)

- tumori al muso (Belezed dei Baby-Sophie)

 

Per anni ho allevato e tenuto ogni singolo ratto per cui ho avuto modo di valutare la percentuale di sviluppo di tumori sia nella singola cucciolata sia nell'intera linea.

 

Posso dire, da mia esperienza, che il tutto si riduce molto spesso alla singola cucciolata, spesso senza contemplare i genitori e nemmeno i discendenti, ed indipendentemente dal grado di consanguineità.

 

Ciò rende ancora più difficile il controllo e la prevenzione.

Dallo stesso soggetto possono nascere figli sanissimi e figli invece con predisposizione ai problemi.. indipendentemente dalla salute del soggetto, della linea da cui deriva e perfino dei figli già avuti in precedenza.

Tutto dipende "dall'alchimia" con l'altro genitore a determinare la salute della cucciolata che vanno a generare insieme, senza tener conto di quanto si sa e si conosce di questi soggetti.

 

Penso di poter essere l'unica a poterlo dire in Italia (e forse anche altrove!) non conosco nessuno che abbia allevato per anni e tenuto interamente ogni ratto.. potendo quindi valutare il background di ognuno e la salute individuale e generale prodotta, a parità di condizioni, tutti sotto al mio naso.

 

Ad oggi concludo che pur sapendo tutto il possibile per quanto concerne la salute di un soggetto, della cucciolata da cui deriva, dei genitori e della linea di origine, è sempre e comunque troppo poco perchè il risultato può essere lontano dalle aspettative in termini di salute, pur avendo ottenuto risultati precedenti che sembravano avvallare un'aspettativa positiva.

Ciò rende l'allevamento del ratto, nella selezione per salute, un camminare su di una sottile lastra di ghiaccio..

       


Problemi di tipo ereditario

Il solo problema ereditario che ho riscontrato in tutti gli anni di allevamento e di riproduzioni, anche in intralinea, è il tumore al mesentere, chiamato anche tumore addominale o intestinale.

 

Questo tumore ha caratteristica ereditaria, non richiede consanguineità per trasmettersi ed esprimersi. 

Un'altra peculiarità di questo tumore è l'essere legato al sesso del genitore che lo porta:

se la madre ne è affetta, le figlie hanno possibilità di svilupparlo

se è il padre ad essere malato, allora potranno esserlo i figli maschi

 

E' un tumore inoperabile, veloce nello sviluppo e che si manifesta oltre l'anno d'età, quando un ratto è già stato riprodotto e il danno è ormai fatto.

La Linea di Enolle, con Enolle stessa, ha manifestato questo problema.

Fortunatamente, scegliendo la Ciòbar per proseguire la linea ebbi un mero colpo di fortuna perchè tra le figlie dell'Enolle, Ciòbar era tra le poche esenti tumore.

 

Naturalmente quando mi scoppiò questa bomba in mano.. ne parlai ovunque, cercai di confrontarmi con altri che riportarono le stesse esperienze, le stesse caratteristiche di tumore in ratti appartenenti alla stessa linea, riconducendo il tutto ad un unico ceppo originario.

Ho scritto un sito per raccontare pubblicamente di questo problema e per esporre quanto stava accadendo. (The Toffee Rat)

In una linea che presentava naturale resistenza ai problemi respiratori e non predisposizione ai tumori mammari.. la beffa proprio.

 

Nel mio allevamento, il tumore al mesentere è stato liquidato con gli ultimi soggetti colpiti (i Befanini), non riprodotti, nel 2013.

La linea, esente tumore, è stata portata avanti fino ad interruzione definitiva con i nati del 2014.

 

 

Ad oggi so che il tumore al mesentere è ancora presente in Italia, altri hanno perseverato a riprodurre i ratti derivanti da quella linea d'origine, continuando a portare avanti questo problema e diffonderlo. 

 


Ascessi

Non abbiamo avuto un'incidenza significativa di ascessi.

 

Capitano di rado ascessi semplici, ad esempio dati da un graffio che si infetta, soprattutto nei ratti nudi.. ma non avendo nudi da anni (anche per questo) coi "pelosi" è molto molto difficile che questo accada.

 

Gli ascessi di natura complessa, quelli che non hanno una causa specifica esterna (trauma o ferita) sono quelli che detesto di più.

Ci sono capitati casi di ascesso in bocca, guancia o all'orecchio.

Questo tipo di ascesso lo ritengo peggiore di un tumore e raramente ha un esito positivo poichè l'infezione si infiltra nei tessuti ed è molto difficile da debellare.

Abbiamo avuto pochi casi.. ma sono già stati troppi.. :(

    

Un altro caso particolare è stato una ratta (Dresta La Sovversiva) che produceva ripetutamente ascessi localizzati alle zampe posteriori, all'altezza del "ginocchio", con decorso autonomo.

 

Il problema si è presentato intorno ai 6 mesi di età, successivamente ad una serie di altri problemi non legati a questa condizione, ed è regredito all'incirca ad un anno, non manifestandosi più se non verso i due anni di età. 

Problema che non si è presentato in nessun soggetto della sua discendenza, nemmeno in diversa forma. 

 


Problemi dermatologici

- un problema di formazione di ulcere-dermatiti avanzando con l'età (CoraAmalina)

- dermatite in un maschio nato da me (JonfenSafranFoer)

 

 

- dermatite in una ratta Harley (Rebas Ally HarleyQueen), varietà di pelo nota per essere predisposta alla dermatite (motivo per cui sconsiglio la riproduzione di tali ratti) 

 

- cisti cutanee presentate in due maschi della cucciolata degli Evincini (Zazie, Echo) e nella cucciolata dei Princini II (Lawrence, POW!!).

 

       


Bumblefoot

 

Gli ultimi casi di Bumblefoot risalgono al 2011.

Ho avuto un paio di ratti con Bumblefoot nei primi anni di Rattaio, erano ratti maschi presi esternamente.

 

Ho avuto la fortuna di iniziare ad allevare con ratti che non avevano questo problema (che può avere componente ereditaria).

 

Da allora può capitare che il ratto anziano, che non deambula più e tende a dormire e sporcare nello stesso posto, può ulcerarsi le zampe, si tratta di conseguenza della sua condizione ed anche in questo caso è un evento non comune, un'eccezione.

 

Nonostante i miei ratti camminino su pellet e su ripiani di rete (che dicono esserne la causa principale!! <_< ) non registro un solo caso di Bumblefoot da mai, tra i ratti da me allevati.

Problema non pervenuto.

       


Problemi agli occhi

 

Ho avuto problemi agli occhi di diversa natura.

- il già citato "occhio bianco"

- un prolasso della terza palpebra (Yuu dei Billyni)

- un paio di casi di infezioni agli occhi (nel corso degli anni)

- il più divertente in assoluto:

le ratte nude e l'accumulo di sporco all'interno dell'occhio!

Credo che il mio veterinario non lo dimenticherà mai.. -_-

L'occhio del ratto nudo tende all'accumulo ed al deposito di sporco all'interno della palpebra, nel nostro caso gli occhi di queste ratte si riempirono di pulviscolo lanuginoso derivante da una vecchia federa che avevo dato loro come coperta.

Pulire loro gli occhi.. un'esperienza da non ripetere! (mai più ratti nudi, mai più)

       


Problemi ai denti

       

Abbiamo avuto due problemi legati alla crescita dei denti:

- Weasel, ancora cucciolo, presentò crescita esponenziale e incontrollata

- Ymir, da anziana, i denti si sono "rivolti verso l'esterno", togliendo la possibilità di sfregamento tra loro e quindi di limatura (a cui ho dovuto provvedere regolarmente per permetterle di riuscire a mangiare)

       


HeadTilt

Ho avuto diversi casi di Head Tilt.

Alcuni evidentemente correlati a infezioni respiratorie/otiti.

Altri in assenza di sintomatologia che riconducesse ad infezione.

Dei casi registrati, soltanto uno rimase con la testa davvero storta (Conan, ratto recuperato figlio di ratta da pasto), altri ripristinarono la posizione della testa alla normalità in breve tempo.

 

In pochi casi si è rivelato un problema importante ed invalidante nel clou dell'infezione, poi migliorato con la terapia. 

 

In quei casi è però stato difficile debellare completamente l'infezione, portando a prematura dipartita.

 

       


Porfirina

 

Problemi di porfirina in Rattaio sono davvero davvero rari, anche in caso di malattia o raffreddore non è un qualcosa che ci troviamo ad affrontare.

Un caso che però ha segnato parecchio è stato Belezed.

Aveva insistente porfirina ad un occhio, pur cercando ogni rimedio il problema rimaneva.

Successivamente da quel lato del muso sviluppò un tumore che letteralmente le divorò la faccia.. e pare che la porfirina prodotta in eccesso potesse essere considerata un'avvisaglia, una causa o una spia che qualcosa stava covando.

 


Obesità

I miei ratti, a cui lascio cibo a disposizione sempre e con rabbocchi serali/notturni di aggiunte, non soffrono di obesità.

 

Faccio un distinguo tra il naturale aumento di peso nei maschi adulti --> che vanno verso l'anzianità e i soggetti che si "dilatano" a vista d'occhio quando ancora giovani e in forma.

 

       

Ci sono stati casi che hanno rilevato un problema in tal senso, soggetti che pur non mangiando di più rispetto agli altri prendevano peso in modo incoerente.

 

Prima tra tutti ricordo la Rosaleen, dei Baby-Lup.

 

Nelle femmine si nota ancora di più perchè tendono ad essere più energiche e vivaci quindi a non accumulare peso come i maschi.

Femmine più sedentarie è più facile abbiano forme più tondeggianti.. ma l'obesità è un qualcosa di evidente e innegabile.

 

Un qualcosa che stò valutando negli ultimi 2-3 anni è l'incidenza di obesità nella linea Marten, non solo nella mia ma anche in linee differenti, in differenti Paesi.

Nella mia linea sono stati i maschi Billyni a presentare una lievitazione esagerata, le femmine non hanno manifestato problemi.

Con i Billyni non ho proseguito.

Avendo avuto una seconda cucciolata dal mio maschio Marten (i FlemmiBillyni) al momento posso registrare un caso particolare (Trollo, che però, prima di definirlo obeso, lo definisco grande, grande al punto che all'età di 2 mesi sembrava il padre dei suoi fratelli, grande & grosso).

Attualmente nella discendenza dei FlemmiBillyni non registro altre anomalie.

 

Ci tengo anche a precisare che sono contraria all'obesità nel ratto, la considero una malattia e per questo non incentivo nè l'alimentazione che può indurla nè una selezione che può incentivarla.

 

 


Epilessia

 

Due casi, uno più triste dell'altro.

Il primo è stato BlackVelvet Kolya. 

Perfettamente sano fino all'attimo precedente in cui ha avuto una singola interminabile crisi epilettica, in cui il suo cuore si è fermato, tra le mie mani. 

Il secondo caso è stato LagSeing, che ha convissuto con le crisi epilettiche per qualche tempo, calmate con terapia e accorgimenti, tornato infine a vivere coi suoi fratelli (da cui avevo dovuto separarlo perchè il minimo essere sfiorato produceva attacchi) ed infine deceduto per infezione batterica. Dalla necropsia non risultò nulla a livello cranico ma mi permetto di dubitare che abbiano realmente controllato. :(

Il mio sospetto è di tumore cerebrale.. ma non ho avuto conferma di ciò.

       


Problemi ormonali

       

Per problemi ormonali intendo:

- testosteronici nei maschi

- di estro, di lattazione nelle femmine

 

Nel caso dei maschi testosteronici, non registro un caso dal 2011.

Nessun ratto nato da me ha mai mostrato il problema e, successivamente al 2010, nessun ratto preso altrove ha mai manifestato il problema.

Dal momento che in Italia è invece una questione sempre viva, la mia esperienza mi induce a pensare che anche il modo in cui vengono gestiti i ratti influisce su questa problematica e che colonie numerose in ambienti più aperti ed equilibrati rispetto ad una gabbia possa aver influito a minimizzare (o meglio, ridurre a zero) l'impatto di questa patologia nel mio allevamento.

Oppure ho solo avuto culo, il risultato è il medesimo. ò__ò

 

Parlando di estro delle femmine, ci sono voluti anni e diverse mani nei capelli per capire che ci sono periodi dell'anno in cui l'estro ha tempi maggiori rispetto ai canonici 4-5 giorni. 

Nelle ratte giovani è meno sentito, in ratte che si avvicinano all'anno d'età è un dato da tener conto.

Problemi di lattazione sono stati riscontrati tre volte:

- con la Lolli (Costini)

- con la figlia della Lolli, Fiara (e chiaramente da lì la linea venne interrotta senza altri tentativi)

- da Emica al primo parto, problema non riscontrato in precedenza (o successivamente) nella sua linea e nemmeno dalla stessa Emica al secondo parto.

       


Problemi della sfera riproduttiva

 

Per questi problemi intendo sterilità del maschio e riassorbimento, incapacità fertile o parto distocico nella femmina.

 

Riprendendo il discorso del periodo dell'anno meno favorevole alla riproduzione e quindi associando a ciò molte delle difficoltà riscontrate, filtro da tutto questo alcuni casi specifici.

- sterilità nel maschio

passa dal non essere interessato alla femmina in calore all'essere interessato ma non produrre prole.

Nei casi di disinteresse alla femmina in calore ha influito l'età, il non essersi mai riprodotti prima, la posizione gerarchica in colonia.

Nei casi di sterilità provata, ovvero dopo l'accoppiamento non è stato riscontrato alcun accenno di gravidanza, non mi è dato sapere.

(io poi non riproduco nè così spesso nè così frequentemente da avere una casistica seria e confermata, se va bene.. con lo stesso maschio provo un paio di volte nel giro di un anno, quindi è un discorso assai limitato)

Anche un metodo di accoppiamento "scorretto" ha portato come conseguenza l'infertilità, in quei casi il problema è stato di tipo "meccanico" (non mi fate dire oltre, che si capisce..)

 

- sterilità, riassorbimento o parto distocico nella femmina 

Sempre tenendo conto del periodo dell'anno non favorevole e sempre considerando che non riproduco costantemente e più volte le stesse ratte quindi ho casistica limitata, ho avuto casi maggiori di riassorbimento nei periodi "no" dell'anno, diversamente il problema non si è presentato.

Sterilità e riassorbimento nella femmina li considero la medesima cosa  dal momento che non si può determinare con certezza se la fecondazione non sia avvenuta o se è avvenuto il riassorbimento poco dopo.

Nel dubbio, li tratto come lo stesso problema.

 

Abbiamo avuto alcuni casi di parti distocici:

- problemi nell'espulsione del feto (troppo grande, troppo pochi)

- emorragia uterina (causa sconosciuta)

Non ho riscontrato una maggiore incidenza legata all'età, all'essere primipara, alla non famigliarità nella linea.

Come "tentativo di azione preventiva" per ridurre il rischio di scarsa fertilità (e quindi pochi cuccioli in utero che possono raggiungere dimensioni più importanti del normale) cerco di scegliere maschi giovani (6 mesi d'età) nel caso riproduco femmine meno giovani (un anno d'età).

Il parto distocico è un'eccezione, li conto su una mano in 8 anni di allevamento, è tuttavia sempre una possibilità di cui tengo pienamente conto.